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Breve storia di Centocelle

Il nome del quartiere, Centocelle, è conosciuto da diversi secoli in quanto deriva da Centum Cellae, una cittadella militare fatta costruire dall’imperatore Costantino I dove trovavano alloggio cento dei migliori cavalieri della guardia imperiale, gli Equites Singulares Augusti e i loro cavalli; ma la storia di quello che è il quartiere più popolato del V Municipio (più di 60.000 abitanti), ha inizio nel 1921 con la creazione del primo nucleo edilizio: questo fa di Centocelle l’unica borgata di Roma antecedente il fascismo.
Le strade, appena tracciate, collegavano la civiltà contadina con quella operaia e i materiali con cui venivano costruite le case erano quelli più poveri: tufo, mattoni, legno e poco acciaio. Con l’apertura dei primi negozi di generi alimentari come lo storico forno Fioravanti, cui si aggiunsero il panificio Giacchini e la farmacia Marchetti negli anni ’30, Centocelle si avviò gradualmente verso una strutturazione più moderna.

Episodio chiave per la storia del quartiere fu la presenza dell’aeroporto (poi intitolato a Francesco Baracca) dove nel lontano 1909, uno dei fratelli Wright, Wilbur, andò a dare una serie di dimostrazioni del loro Flyer: il primo velivolo a motore più pesante dell’aria che abbia mai volato. All’ epoca era soltanto un semplice campo di aviazione, in seguito divenne uno spazio di atterraggio importante per gli spostamenti aerei fino al ’43: la sua presenza e quella dei non lontani stabilimenti militari, sia a Tor Sapienza che alla Breda, causò pesanti bombardamenti durante la guerra tanto che furono scavati, parallelamente alla via dei Castani, improvvisati rifugi antiaerei. Dopo l’armistizio dell’8 settembre a Centocelle sorsero gruppi della resistenza fra i più eroici dell’esperienza romana: in memoria di questo periodo resta la lapide murata a Piazza delle Camelie.

Nel 1944 il quartiere aveva il proprio fulcro tra piazza dei Mirti, dove sorgeva un’osteria (sede proprio del comando partigiano durante la guerra), e via dei Castani, l’agglomerato urbano era caratterizzato da casette basse a uno-due piani; fuori da questa zona c’erano strade di terra battuta e sentieri, intervallati da casupole, che si addentravano nella campagna, verso la marrana. Erano case poverissime realizzate dagli stessi proprietari immigrati e in larga parte occupati nel settore edilizio. Lo sviluppo urbano vero e proprio ha comunque inizio nel dopoguerra, lungo l’asse della via consolare Casilina, a partire da un nucleo che oggi è chiamato “Centocelle vecchia” (dove via Tor de’ Schiavi collegava il nuovo abitato alla Casilina). Il quartiere accoglieva operai dell’industria romana, artigiani, piccoli commercianti, contadini e tranvieri, che ne abitavano le case migliori.

L’espansione nel secondo dopoguerra avrà proporzioni enormi: circa la metà delle abitazioni esistenti sono state costruite tra il 1946 e il 1970. Centocelle però non è mai diventato un quartiere intensivo: pur essendo interamente edificato infatti ha mantenuto una tipologia edilizia di palazzine a 4-5 piani.
Oggi, l’asse di via dei Castani costituisce il cuore commerciale non solo del quartiere ma di tutto il municipio. Da sempre collegato al centro da due importanti linee tranviarie, negli ultimi anni il quartiere è stato interessato dalla costruzione della linea C della metropolitana che lo connette da un lato con il centro della città e dall’altro con la direttrice Casilina, mediante tre fermate: Gardenie, Mirti, Parco di Centocelle.